mercoledì 22 giugno 2011

Nota a "Certezza minima" di Benito Galilea

Nota 
a
Certezza minima 
di
Benito Galilea

Il nome di Benito Galilea, autore di indiscusso valore artistico, primeggia negli ambienti letterari per gli innumerevoli premi conseguiti e per la portata della sua produzione, che, attraverso un’attenta analisi della realtà, verte alla scoperta dell’uomo e della sua vicissitudine esistenziale. Anche in questa silloge, che nelle liriche quali: Certezza minima, Vendemmia, Mio figlio è un contenitore di latta, raggiunge la più alta tensione espressiva e il più alto grado di compattezza formale, il ricorso alla natura non è mai fine a se stesso, ma motivo d’indagine di un mondo interiore volto a concretizzarsi attraverso un linguaggio metaforicamente costruito: “Ho avuto in prestito il sogno che tu sai / certezza minima ...” E certezza minima per Benito Galilea è pensiero, nostalgia, speranza e dilemma sul destino di un memoriale che contiene corse, risate, grida, parole non dette: “Quanto ora mi mancano le sere di una volta /... / Ma in apnea, ne sono certo, la parola / ritroverà la luce al soffio del tuo incedere: / fatale ottobrino splendore tra i viali della sera.”


Nazario Pardini

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