sabato 12 maggio 2012

Pietro Catalano, tre poesie


Una stella gialla


                                                     Si sono scavati una tomba nell’aria. Solo
                                                     noi pochi siamo sopravvissuti. Primo Levi.


Le stelle spariscono all’alba
quando la luce del giorno
illumina la città dei morti,
occhi che fissano il vuoto
d’altri occhi, foglie caduche
nel vento d’autunno
di lunghe attese:
le farfalle volano oltre
le sbarre, hanno ali
lunghe e colorate,
io le mie l’accarezzo
dolcemente come i capelli
d’una donna e le conservo
per il fine pena.
Stamane ho raccolto
una farfalla gialla
nella mia cella, sembravano
due farfalle abbracciate
in un insolito silenzio:
era una stella gialla,
perduta da un ragazzo scalzo
una mattina di dicembre.

 


Così conto i giorni


                                        Per sopravvivermi ti ho forgiata come un'arma,
                                        come una freccia al mio arco, come una pietra
                                        nella mia fionda. Pablo Neruda


Mi hai insegnato ad amarti,

lunghe colline ondulate
verso il rosaio senza spine
ho vissuto i miei anni migliori. 
Corse sulla battigia e risa,
mani strette guardando l’orizzonte
finché la luna si concede al giorno.


Oggi ho imparato il cinismo del falco
- il canto scende lento nella notte -
il tempo non fa sconti alle menzogne
e leggero bussa il vento all’innocenza
portando via il coraggio dei giorni
smarriti nel campo di primule viola,
appassite nell’ora del commiato triste.


Così conto i giorni dell’autunno
- l’anima si scuote quando è viva -
e m’accorgo che la strada sale
verso l’ignoto, l’età non concede tregua
ai tormenti dell’anima, oggi la cetra
tace alla carezza lieve del vento.



       Non sempre il dolore



Non sempre il dolore
annega l’anima
nell’acque profonde dell’oblio.
Davanti alla scogliera di Scilla
guardo l’Isola
assorta nei pensieri
e l’onde infrangersi
senza respiro
sulle rocce imbrunite
e gabbiani cantare
il loro morire.
Ma gli usignoli
gorgheggiano ancora a primavera
e giovani madri
partoriscono gemme di vita.
Non sempre il dolore
rende fragili, la sera;
il vagito d’un bimbo
è memoria di futuro,
occhi orfani di fanciulli
chiedono solo carezze,
lontani da fredde pareti
bianche, memorie perdute
nell’insonni notti
di luna piena
a vegliare la stanca vita,
unica compagna
una mano stretta alla mia.



NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Pietro Catalano nato a Palermo vive a Roma dove lavora in un Ente Pubblico.
Fa parte di varie Accademie Culturali e figura tra i vincitori e i segnalati di numerosi concorsi nazionali e internazionali; i risultati più rilevanti sono: 1° classificato al Premio «Città di Melegnano» (2005), «Città di Pereto» (2005, 2009), «Poesia nel Quadro» (Lodi 2005), «Pablo Neruda» (Landriano 2006), «Mondolibro» (Roma 2006), «Baronessa di Carini» (Carini, 2006), «Premio Magnolia» (Roma 2007, 2008), «Città di Monza» (2009) «Città di San Miniato» (2009), «Poesia in Strada» (Colmurano 2011), «Premio Roddi» (2011) «Sicilia 2011» (Palermo 2011), «Sirmione Lugana» (Sirmione 2011), «Parole e Segni» (Catania 2011); 2° classificato al Premio  «Trofeo Giacomo Leopardi» (Recanati 2005), «Aeclanum» (Mirabella Eclano 2006), «Città di Vecchiano» (2006), «Semaforo Rosso» (Firenze 2007), «Città di Pompei» (2008), «Mon Aureus» (Montelepre 2008) «Sìlarus» (Salerno 2010), «Gran prix franco-italien» (Metz, Francia 2011). Sue liriche figurano in antologie didattiche e collane letterarie, nonché tradotte in lingua inglese. E’ presente in enciclopedie e dizionari di letteratura. Ha pubblicato la raccolta poetica «Oltre il recinto» (Edizioni I Fiori di Campo, 2007), prefata da Claudia Manuela Turco. Nell’anno 2010 ha ricevuto il Premio alla Carriera nell’ambito della Cerimonia della «V Edizione del Premio Internazionale Magnolia» svoltasi a Roma. Si sono occupati del suo lavoro diversi studiosi e critici, tra cui Enzo Concardi, Rodolfo Tommasi, Francesco De Napoli, Eleonora Roncaglia, Maurizio Baldi, Francesco Mulè, Antonio Masetti, Vittorio Belli, Laura Bosia, Fulvia Ricci, Ester Puccini, Riccardo Fassi, Rosa Levi.






















1 commento:

  1. Queste poesie intrise di malinconia ci conducono al senso del bello racchiuso in ogni momento della vita, ci dicono che se sappiamo guardarlo con occhi semplici lo possiamo trovare. E Pietro Catalano con il suo linguaggio poetico netto, chiaro e immediato ce lo dice esprimendolo anche attraverso immagini belle e famigliari. Un commento a parte merita la prima poesia dove l'immagine della stella gialla - di drammatica memoria - viene, non scambiata, viene vista come una farfalla simbolo sì di fugacità, di precarietà, ma pure di bellezza e di rinascita. I miei complimenti a Pietro e un caro saluto, Lucianna Argentino

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