lunedì 17 giugno 2013

ROBERTO MESTRONE: SONETTI INEDITI

CANTA LA NINFA

Canta la ninfa, come fosse aedo,
ad esaltare il ruolo del Poeta:
annichilire i mali del Pianeta
e avvicinarci al Cielo col suo credo.

Ogni creatura, all'ora del congedo,
se puro ha il cuore è giunta alla sua meta.
Io vesto spesso i panni dell'asceta,
ma ai vizi del demonio a volte cedo.

Coll'estro di Dionisio poi risorgo
e i volti dei miei simili dipingo
con versi illuminati da sorrisi.

L'Amore prende forma su quei visi:
dal ciglio di una lacrima mi sporgo
sciogliendo incanti che nel petto stringo.

Roberto




INNAMORATO DELLA POESIA
(A Serena Siniscalco)

Serena, mi sorprendi a spensierare
su strofe tra gioielli incastonati:
parole al sole! Come in mezzo ai prati,
sospiri e abbracci... violacciocche rare.

Sei novia che, salita sull'altare,
ostenta vesti e veli delicati
cercando Amore! E privi di peccati
sono quei sogni: vele del tuo mare.

Celavi nel sorriso, l'anno scorso,
la verità retaggio dei poeti:
il mondo si addolcisce col bel verbo!

Tentenno a rivelarmi: ho il verso acerbo,
lo affido alla bontà degli esegeti.
Ma dei miei canti non ho alcun rimorso!

Roberto 


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