domenica 4 maggio 2014

PAOLO BASSANI: "POESIA COME RICERCA"

COMMENTO DI UMBERTO CERIO


Paolo Bassani definisce questa lirica “poesia come ricerca”. E certo è ricerca di un volto mai visto, di un passo le cui orme non sono più visibili, , di una voce mai udita, di un uomo -un nonno- che non ha mai conosciuto. Ma è, questa, certamente più di una poesia di ricerca. Si tratta di una lirica di rara freschezza, fatta di immagini e di sentire, oggi non più facilmente rintracciabili. Il poeta, qui, deve sostituire  - e sostituisce - ai ricordi personali le memorie trasmesse da altri, di gesti, di fatti, di parole che possono essere solo pensati e cercati “nel vento leggero/che semina/fiori di ciliegi”, o in un “cuore/nel riflesso/tremulo/d’un borro”; in immagini che si susseguono con palpabile e palpitante  leggerezza, incalzante o ri-evocativa (“farfalla in una ragna/di fremiti d’olivi”di montaliana memoria) quando la ricerca tocca corde profondamente emotive: “i tuoi pensieri/oltre i sussurri d’olivi”.
E già indoviniamo che la lirica si chiuderà con la ricerca della “tua anima” che non può che essere cercata “nell’incantato mondo dei poeti”. Dei poeti, appunto, capaci di creare una lirica ricca di delicato e profondissimo sentire.

                                Umberto Cerio





POESIA COME RICERCA
di Paolo Bassani


“30 giorni ad april, giugno e settembre; di 28 ce ne è uno, tutti gli altri ne han 31”  E’ questo uno degli innumerevoli detti che sono fioriti in tempi lontani e che ancor oggi ritrovo nella mente. Me lo ricordo perché lo imparai da bambino quando vivevo  a “Castagni grossi” una sperduta località boscosa della montagna caprigliolese. E’ strano come alcuni momenti dell’ infanzia ci accompagnano poi  per tutta la vita, e così il ricordo di novelle e storie ascoltate. Ce n’è una che rammento più d’altre. E’ il racconto che mi fu fatto di mio nonno Paolo. Io non l’ho conosciuto di persona perché morì tre mesi prima ch’io nascessi. Ebbene, mi raccontavano che era un grande comunicatore. Nonostante avesse frequentato soltanto la terza elementare e lavorasse come contadino era culturalmente molto preparato e informato di tutto. Conosceva mille storie che amava raccontare con passione. Per questo le famiglie della campagna lo invitavano spesso durante le serate dell’inverno. Davanti al focolare acceso ove si riunivano bambini, giovani e anziani dell’intera famiglia, con ardore iniziava il suo percorso catalizzando l’attenzione di tutti. Come sarebbe stato bello registrare la sua voce, per poterla oggi riascoltare. Purtroppo, in quei tempi, le tecnologie di cui oggi disponiamo erano impensabili. Di mio nonno non ho neppure una fotografia. Per questo ho sentito il desiderio di ricercarlo con alcuni versi. 




CERCO IL TUO VOLTO

Cerco
il tuo volto sconosciuto
nel volto d'ogni uomo,
la tua voce
nel vento leggero
che semina sull'erba
i fiori dei ciliegi,
la tua mano sul mio capo
come carezza
   del sole
      a primavera.

Cerco
il tuo cuore
nel riflesso
   tremulo
      d'un borro,
i tuoi pensieri
oltre sussurri d'olivi
nell'azzurro.

Cerco
in questa terra un segno
che stagli nell'alba
il tuo profilo:

l'orma d'un passo
sulle riarse zolle
o l'intreccio
del salice sui tralci
d'una pergola cadente,
l'innesto d'un mandorlo fiorito
o un muro a secco
nel paziente mosaico
delle pietre.

Cerco
la tua anima:
la cerco nel fremito
lucente
   di rugiada
     sopra un fiore,
nell'incantato mondo
dei poeti.

                          Paolo Bassani






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