giovedì 18 settembre 2014

NINNJ DI STEFANO BUSA': "I POETI"





Ninnj Di Stefano Busà 

I Poeti                      

Se tacciono sono come lame
appuntite nel cuore, quasi inviolabili
o invisibili, e un poco li accompagna
l’ultimo grido, un canto del cigno,
la verità o il segno che ne motiva
la schiusa meraviglia, l’antefatto,
la parola breve e insoluta del labbro
che l’ha generata.
Nei loro volti si riaccende
il mistero ineludibile che intercetta
la vita e la morte,
le indaga.
Dentro il sogno che non dice,
lingua muta che scorre in vena come sangue,
ma diventa immortale,
come il canto trascorrente
dell’acqua sorgiva. Poi crepita e s’acquieta
come cero d’altare consumato...

Ninnj Di Stefano Busà

7 commenti:

  1. Su I POETI

    di

    NINNJ DI STEFANO BUSÀ

    Meditazioni e certezze


    La lucida e appassionata lirica di Ninnj mi offre l'occasione di comunicare alcune riflessioni.
    È autentica e nobile la missione dei Poeti! Sono i custodi vigili e accorti delle umane vicende. Accompagnati passo dopo passo da una celeste fantasia ricolma di nostalgiche memorie e di quiete precaria, essi si nutrono di passioni e dormono sopra giacigli di sogni.
    Sull'altare della Bellezza celebrano i silenzi dei deserti e i frastuoni delle città seminando briciole di cuore al confine dei Misteri divini o tra le pie(a)ghe della Coscienza umana.
    All'unisono – nei versi – la Vita e la Morte si intersecano e si fondono “come il canto trascorrente dell'acqua sorgiva” che scivola perenne e sicura tra le sponde dell'indifferenza e della rassegnazione.
    La Natura e l'Essere pensante si accordano con le certezze del Divino indossando le candide vesti di metafore e simbolismi: le creature coscienti e le forme inanimate del Creato perpetuano, nel concento delle strofe, i riti ancestrali che le accostano all'Eterno esaltandone l'origine trascendentale.
    Resta sempre accesa la voce dei poeti! Anche quando si affievolisce il loro accento terreno, che “crepita e s'acquieta come cero d'altare consumato...”.
    Poi “l'ultimo grido”, il “canto del cigno”, si libra, con le ali della speranza, sui baratri del Nulla per portare sollievo ai cuori con le mani tese, bramose di afferrare teneri affetti e compiacenti chimere.
    E, tutt'intorno, l'ineffabile balsamo del poeta – l'eco di parole in armonia – attenua le angosce del mondo, frustrato dai mali dell'egoismo e dell'incomprensione.

    Roberto Mestrone.

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  2. Dentro questa lirica, di densità e forza epigrammatiche, Ninnj Di Stefano Busà definisce, per barbagli e folgorazioni, per vivide epifanie e sapide intuizioni, l'essenza stessa del poeta e della poesia, che si compenetrano fino a diventare una sola cosa nell'atto creativo; e ad essi -poeta e poesia- assegna il ruolo di vigile presenza nella vita, di onesti testimoni del bene e del male, della grandezza e delle miserie che in essa interagiscono, talvolta tumultuosamente.
    Complimenti all'autrice!
    Pasquale Balestriere

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  3. Rivelatrice e abbacinante, questa stupenda lirica di Ninnj Di Stefano Busà mi rimanda, quanto a “parentela” e a poetica corrispondenza, al Montale de “I limoni” e a “O poeta é um fingidor” di Fernando Pessoa. Alla lirica di Montale dove il poeta, tenendo fede alla sua vocazione autentica, interroga il mistero. E così come ne “I limoni” l’ansia di “scoprire uno sbaglio di Natura” e il liberatorio “anello che non tiene” sembra trovare soluzione “in questi silenzi in cui le cose / si abbandonano e sembrano vicine / a rivelare il loro segreto ultimo”, così anche ne “I poeti” l’indagine di Ninnj Di Stefano Busà muove dalla meditazione e dal silenzio; da lì tenta l’inconoscibile, nell’attesa che una verità si disveli. I poeti, infatti, “Se tacciono sono come lame / appuntite nel cuore, quasi inviolabili / o invisibili, e un poco li accompagna / l’ultimo grido, un canto del cigno, / la verità o il segno che ne motiva / la schiusa meraviglia”. Dal silenzio, dunque, e dalla “parola breve e insoluta”, Ninnj Di Stefano Busà scandaglia l’arcana dimensione del vivere e del morire, perché nei poeti e “Nei loro volti si riaccende / il mistero ineludibile che intercetta / la vita e la morte, / le indaga”.
    E’ qui, dunque, la missione del poeta, nella ricerca di una rotta che schiuda orizzonti, accenda una luce, prometta approdi. E Ninnj Di Stefano Busà compie questo viaggio come in religiosa attesa, stregata dal fascino della parola e della poesia. Ma nell’altalenante rincorrersi di contrastanti emozioni, tra “l’ultimo grido” e il “canto trascorrente dell’acqua sorgiva”, tra la “vita” e il “cero d’altare consumato”, tra il “canto” e “la lingua muta” e “le lame appuntite nel cuore”, Ninnj Di Stefano Busà denuncia tutta intera la sua natura di assorta e visionaria, di tenera e fragile e dolente sognatrice. Una malinconica natura poetica che, come dicevo all’inizio, mi sembra di rintracciare nei versi di “O poeta é um fingidor” di Fernando Pessoa, paradigma rivelatore della condizione del vero poeta: “Il poeta è un fingidore. / Finge così completamente / che arriva a fingere che è dolore / il dolore che davvero sente”.
    A Ninnj Di Stefano Busà tutta la mia ammirazione.

    Umberto Vicaretti

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  4. E la splendida lirica della Professoressa Busà induce a guardare altrove, a cercare la poesia "dentro il sogno che non dice" e a sentirla crepitare "come cero d'altare consumato"... quale magnifica chiusa in levare!... Cercando lontano dalle miserie di sempre ho inciampato in versi, che credo si sposino bene con quelli della Nostra:
    "I poeti lavorano nel buio
    come falchi notturni od usignoli
    dal dolcissimo canto
    e temono di offendere Iddio.
    Ma i poeti, nel loro silenzio
    fanno ben più rumore
    di una dorata cupola di stelle.

    Alda Merini
    Un grato abbraccio a tutti gli ospiti del blog.
    Maria Rizzi

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  5. Non il poeta vate o indovino o epico cantore, ma il poeta che legge le vicende umane, il dramma eterno della vita e della morte. E' vero: il poeta è una "lama", quando tace o se parla e penetra nell'anima e nei dolori del corpo che taglia e scarnifica, quando grida il suo silenzio o se ha l'ultimo "canto del cigno". I poeti sono la sacertà della parola che "scorre in vena come sangue", parola che diventa "immortale" anche se non credo del tutto che " s'acquieta/ come cero d'altare consumato", ma piuttosto continui a donare verità nel tempo dei tempi a venire. Sono convinto che quel cero, se pure consumato, continui a dare luce. Veramente superbi, dunque, questi POETI di Ninnj Di Stefano Busà, come superbe sono le note che in fondo sono uno squisito prolungamento dei versi limpidi e taglienti dell'autrice: quella di Roberto Mestrone, che nel suo impareggiabile commento "attenua le angosce del mondo" ed anche le nostre, le squallide disarmonie del nostro tempo e delle nostre angosce; quella superba di Pasquale Balestriere per il quale "la poesia assegna il ruolo di vigile presenza nella vita di onesti testimoni del bene e del male, delle grandezze e delle miserie"; quella di Umberto Vicaretti, per cui "è qui, dunque, la missione del poeta, nella ricerca di una rotta che schiuda orizzonti, accenda una luce, prometta approdi", e quella di Maria Rizzi, che cita la Merini, per sfuggire alle miserie di sempre. Tutti questi commenti, da un lato mi offrono un'ampia e sapiente cifra esegetica, ma dall'altro mi tolgono parole significative per esprimere la bellezza dei versi dell'autrice. Ma io li ho voluti citare perché tutti mi trasmettono la consolazione che è capace di donare la vera poesia, che sono capaci di comunicare i poeti.
    Umberto Cerio

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  6. Desidero ringraziare tutti voi che gradite i miei versi. Un grazie dal profondo,
    sentito e sincero.

    Ninnj Di Stefano Busà

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  7. Lei si è espresso molto bene, caro Umberto Cerio, e desidero ringraziarLa per quello che ha detto, ma anche per quello di cui si è astenuto supponendo che altri avessero esaurito ogni ruolo. Ma sulla poesia, caro amico c'è sempre tanto da dire...non pensi mai che la poesia si racchiuda nei vivaci commenti di un dibattito? Voli alto, invece, Lei lo sa fare ad esprimere tutta "la bellezza di un'ampia e sapiente cifra esegetica" come la Sua, che schiude sempre aspetti e modelli fruibili per chi ama la Poesia.
    In ogni modo, grazie.
    Ninnj Di Stefano Busà

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