lunedì 15 settembre 2014

UMBERTO VICARETTI: "CONSUNTIVO" A PASQUALE BALESTRIERE

Riferimento alla poesia "Sorte" di Pasquale Balestriere pubblicata sul blog di questo mese 

http://nazariopardini.blogspot.it/2014/09/pasquale-balestriere-sorte-premio.html

Umberto Vicaretti collaboratore di Lèucade
A Pasquale Balestriere mi lega, oltre che una fraterna, inossidabile amicizia, la stima profonda e l’ammirazione per la Poesia che abita in lui. Mando il mio Consuntivo, una “risposta” ai superbi versi di Sorte, (come sempre magistrale il commento di Nazario, e puntuali, rivelatori e profondi quelli di Umberto Cerio e  Ninnj Di Stefano Busà, intenditori come pochi di poetica, di versi, di poesia). Quanto al mio Consuntivo, si tratta di una sorta di dialogo sentimentale, un modestissimo omaggio che rendo all’uomo e al Poeta Balestriere.

Umberto

  
CONSUNTIVO

        A Pasquale Balestriere,
        magnifico cantore dell’umana “Sorte”

Vedi, mio caro amico, quella Sorte        
che al volgere di lune hai distillato
dal fallace alambicco di promesse,
non è fruttato nettare che inebria,
ambrosia celestiale che conquista;
è invece oscuro intruglio,
amaro calice d’assenzio e sale.

E forse un dio mendace e ingannatore
alla tua notte diede, adamantini,
un cielo e l’argentata                      
malia di quella pioggia incantatrice
che adesca al volo Pégaso leggero
a cavalcare i mari della luna.

Fu certo il bacio etereo di Selene
a illuminare a giorno il cuore, arreso
al grano e al minio ardente dei papaveri.

Del “falco alto levato”, come un nume
alieno, ci svelò Eugenio il codice
segreto della “divina indifferenza”.
Del falco appeso nell’azzurro, fisso
alla preda lontana  tu ci doni
supremo l’attimo sublime e audace 
del sogno che c’illuminò il cammino.

Poi fu di Chronos l’affilata spada
a mutilare l’orizzonte e il volo
con seni d’ombra e fiati di preghiera.

Ora, caduto il muro degl’inganni,
quella tua Sorte lungamente chiama      
i giorni degli affetti, a consuntivo
d’una stagione che, sulla bilancia,
non certifica debiti di luce,
ma l’arco smisurato degli abbracci,
pegno d’amore a disarmare il male,
ànemos propizio che sospinge
la barca oltre i confini dell’ignoto.

Umberto Vicaretti


1 commento:

  1. Una meravigliosa poesia di Umberto Vicaretti, amico a me molto caro e poeta eccellente, dopo avermi del tutto affascinato (tanto da indurmi a ritenerla una delle più belle lette nella mia non breve vita letteraria) mi sollecitò una "risposta". Quella di Umberto era la poesia eponima della superba ( e pluripremiata) raccolta "La terra irraggiungibile", la mia si intitolava "Epistola quarta" e mirava anche ad alimentare un colloquio poetico, peraltro fiorito su quello squisitamente amicale. Per questo stesso motivo -presumo- l’ottimo Umberto ha risposto con il suo splendido “Consuntivo” alla mia “Sorte”, quasi a completare e sigillare un momento lirico condiviso e interamente dedicato alla precaria e faticosa condizione umana. Del che lo ringrazio di cuore.
    Pasquale Balestriere

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