venerdì 7 novembre 2014

SANTONI MARA: "INEDITI"

COME RISA FANCIULLE


Lascio i miei sogni
all’ombra di un ciliegio giapponese
che rossi ha i fiori
d’un bel colore acceso d’amaranto
che ricorda i tramonti di un’estate.
Scoppiano quei boccioli tutti assieme
come risa fanciulle
sotto un cielo cobalto.
E nascono così, sui rami,
a frotte,
esplosione di vita.
Non sanno, i fiori,
che quell’azzurro cielo
presto si coprirà di nubi
gravide di pioggia
e il lor fiorire
così pieno e ardente,
conoscerà l’addio di quell’incanto.
Si spargerà un tappeto di petali al suolo
dal colore struggente di amaranto.



DORMITE ILLUSIONI


Illusioni,
lucciole palpitanti,
rallegravate la mia sera
e accendevate canti di poesia.
Nel crepuscolo, ora,
a fari spenti,
più non danzate.
Dormite su letti di ragnatele
che presto qualcuno spazzerà;
sognate prati di smeraldo
verdi e lucenti
come la verde età;
scorgete bionde messi
bionde come verginali aurore
che si aprono al giorno;
accarezzate rossi papaveri
rossi come il tramonto
che inventava chimere.
Dormite,
tenere illusioni.
I diamanti del cielo sono spenti
e l’armonia di un tempo si è smarrita.
Spegnetevi così, senza svegliarvi.
Per voi canterò una ninna nanna
che narra favole d’amore.


PICCOLO MONDO

 Sulla piazzuola, sedie solitarie
durante la calura del meriggio
e poi di risa l’aria si ridesta.
I vecchi sulle panche del sagrato
a riposare gli anni, quasi pietre,
senza espressione, senza sorriso
tra le grinze profonde del viso.
Tra i giuochi, bimbi a schiamazzare lieti
senza contare giorni né ricordi.
Passano donne con il pane fresco
dritte reggendo assi sulla testa
cercine a scacchi, piedi sul selciato,
passo regale sotto lunga veste.
Alle fontane, con le brocche ai fianchi,
ragazze che pettegolano storie,
le novità del  piccolo paese
che non chiedeva nulla al vasto mondo.
Racchiuso tra le mura, era contento
della campana che scandiva il tempo,
di una casa con povere cose,
di cucire il corredo di spose.
Alle panchine s’incontrava giovinezza
dinanzi a un palcoscenico di luci
ad intrecciare nidi ai sogni.
Piccolo mondo, ricamo di poesia,
che tra lusinghe e sguardi sei svanito,
in poco tempo quale cambiamento!
Con il superfluo, nessuno è contento.
Ieri … domani…
E siamo soli tra pensieri vani.


NON BASTA PIU’ UNA RONDINE …

 E giovinezza apriva le finestre al sole
canto abbracciando
e, degli anni, il sorriso.
Luce celeste
baciava iridi di speranza
protese all’invito d’amore.
Era il domani a sussurrar parole
a colmare di carezze il cuore
che dispiegava l’aria ad orizzonti
dal mitico richiamo …
… io … ti amo ….
E l’eco si spandeva oltre confine
e di sogni il futuro si tingeva.
Era l’attesa di illuse chimere …
… di verdi primavere.
Un po’ di fantasia bastava
a un mondo dal cuore bambino.
Ora la gente impazza
tra paradisi artificiali
dall’amaro sapor di frivolezza,
i valori non sono più di moda
e la gioia del poco è sorpassata.
Non basta più una rondine
a far primavera.
E si accumula polvere
sui ricordi perduti
e la mente si posa su altri confini
e al silenzio dei sogni il cor si placa.


CANTA MALINCONIA UNA NENIA

I vividi colori dell’estate
la vastità lucente dell’aria,
ci danno ormai l’addio.
Grigio, uniforme,pigro,
il cielo ci sovrasta
e calde tinte spegne.

Son scrosci di tempesta
e ululati di vento
la nostra compagnia.
Il mare s’invecchia di grigio,
di nubi s’ammanta l’azzurro.

Canta malinconia una nenia
come letargo.

E nella mente un’oasi di sole
un’alba rosea e un rosso tramonto
una trapunta di occhieggianti stelle.
La carezza del vento d’estate
lo schiudersi delle corolle al sole
l’incanto del mare
la sua compagnia
e la musica per via.

Profumo andato
ancora tornerai,
rinnoverai il tuo canto
per chi ha l’età di primavera.


RIVERBERI DI ANTICHE CANTILENE

 Scesa è la sera.
Son gli ultimi riflessi di tramonto,
riverberi di un giorno
che lascia sgombro il cielo
per un corteggio di nuvole alla luna.
Seduceva, una volta, la natura
e le gemme ammiccavano d’estate;
ora l’assurda legge di mercato
ha inquinato splendori d’armonia.
Ecco, brucianti estati, scrosci autunnali,
luttuose frane, allagamenti, effetto serra,
alveari d’umanità a gonfiare portafogli
e intrighi di prestigio, affari loschi.
I portoni sprangati delle case
e protetti cancelli di giardini
allontanano violenze.
Pochi anni,
un mondo che più non comprendo.
Dove sono le donne alle fontane,
le parole di antiche cantilene
e la vita nei campi?
E dove le pupille trasparenti di fanciulle
che dormono su reti di sogno?
Di amari silenzi è spento il focolare.
Giardini d’infanzia e cuori di conchiglia
riportano profumo di concerto
di tempi andati, richiami d’amore.






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