domenica 22 febbraio 2015

GIUSY FRISINA: "NON VEDREMO PIU' LUCA RONCONI..."

Giusy Frisina


Non vedremo più Luca Ronconi 
al Piccolo di Milano

Tutto se ne va: cosi appare.
 Ombre attraversano la notte mentre siamo
In equilibrio sul filo del tempo. Tu eri
Nelle mie mani  ed io non riuscivo
A capire che grande  privilegio era questo...
Ma al Piccolo davano i Sei personaggi
Ed io ricordavo ancora le puntate
Di un indescrivibile Orlando - Furioso in televisione.
Solo anni che ritornano a  limpidi fiotti
Nell'immaginazione ...
E siamo - malgrado tutto-
 Inguaribili eterni.

Giusy Frisina




Giusy Frisina è nata in Magna Grecia.  Si  è laureata in Filosofia all’Università di Messina ed ha successivamente conseguito una specializzazione in Psicologia  presso l’Università di Siena. Abita a Firenze e  insegna Filosofia al Liceo Classico Galileo. Ha scritto vari articoli e racconti per la rivista online Domani Arcoiris TV diretta da Maurizio Chierici.  Diverse sue poesie sono state selezionate e pubblicate su antologie come Poesie del nuovo millennio, Habere Artem  e Parole in fuga, a cura di Aletti editore. L’amore per la poesia e la musica di  Leonard Cohen hanno dato origine alla raccolta bilingue Il canto del desiderio(Edarc, 2013). Un’altra sua raccolta, già segnalata al Premio Letterario Ibiskos 2012, è  stata recentemente pubblicata col titolo  di Onde interne (ilmiolibro, 2013). Di prossima uscita la sua ultima silloge dal titolo Dove finisce l'amore, a cura di Teseo editore .




E' MORTO LUCA RONCONI


... Negli oltre 60 anni di attività artistica, comprese le regie televisive e quelle operistiche, il sublime teatrante ha ricevuto anche quattro lauree honoris causa ed è stato premiato, due anni fa, con il Leone d’Oro alla Carriera. Allora, il presidente della Biennale Paolo Baratta disse: “In questo caso la parola ‘carriera’ è sminuente; nel caso di Ronconi dobbiamo parlare di un’intera vita dedicata al teatro, nella quale teatro e vita sono state una cosa sola. Ronconi ha saputo e sa essere un maestro per i giovani, cui ha trasmesso la sua sapienza. Se i più “grandi” riuscissero sempre a far questo, oggi non saremmo a parlare di crisi e i giovani avrebbero vie migliori di quelle che portano a rapide illusioni. In più il maestro ha saputo essere un interprete del proprio tempo, senza mai concedersi al facilmente e immediatamente consumabile, e soprattutto vivendo nella storia del proprio Paese in piena libertà intellettuale”.
Sul suo sito, www.lucaronconi.it, compare la sua intera, fluviale teatrografia, che “come un’anomalia”, affettuosamente, si apre con un pudico cenno biografico: “Nasce a Susa (Tunisia) dove la madre Fernanda insegna lettere”. Il finale si ferma alla Lehman Trilogy, l’acclamatissimo spettacolo che ha debuttato al Piccolo Teatro Grassi il 29 gennaio (imperdibile, e ancora in corso), e che, non a caso, è un’opera complessa e rizomatica sulle radici, sulle radici tradite, su quell’ “unica radice che ho e che mi fa male”, come sosteneva una poetessa. Ronconi, per parte sua, nonostante la malattia, che lo costringeva a lunghe e pesanti dialisi, non ha mai smesso di lavorare e di pensare al teatro, “questo mestiere, che ho già definito il più bello del mondo, e anche salvifico per chi ha bisogno di salvarsi – da chissà che, poi?”.

Da Il Fatto Quotidiano del 22 febbraio 2015



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