mercoledì 7 giugno 2017

PATRIZIA STEFANELLI LEGGE: "SINESTESIE DELL'IO" DI DANIELA CECCHINI






Daniela Cacchini



 
Patrizia Stefanelli,
collaboratrice di Lèucad
Quanto conta ciò che "sentiamo"? Tanto. Questa la risposta che mi sovviene dal titolo della poesia Proiezioni interiori che apre la silloge "Sinestesie dell'io". Questo è ciò che conta davvero. A dispetto di una realtà marginale e spesso poco obiettiva in quanto dipendente dal punto di vista, la proiezione interiore è capace di portarci ovunque. Lo spazio metafisico è il locus mobilis in cui l'io si converte all'esser-ci. In noi, fuori di noi, intorno a noi, prima o dopo, attraverso una forma che potrei concepire cubista. La corporeità del sentire si sveste, attraverso la proiezione interiore, del velo che ricopre ogni realtà liberandola dalle catene del pensiero cosciente. Attraverso una sintassi che procede perlopiù per asindeto, il frammento sembra animare la poesia di Daniela Cecchini, s’inanella armonicamente al testo attraverso versi brevi in cui il tempo è scandito dalla punteggiatura. Il tempo, per Daniela è Arduo sperare. Nel percorso travagliato della vita, l'anima cerca l'oblio della riconciliazione che nel vuoto (mancanza di qualcosa e non il niente), trova di che dissetarsi come a una fonte da cui sgorga memoria che si fa spirito di solenne melodia. Spesso il tempo, tanto amato da filosofi, scienziati e poeti è quello del disincanto, limite dal quale è possibile uscire soltanto per pochi attimi, flash di eterna dolcezza. Impossibile fermare il tempo del dolore distillato da una Clessidra poiché, dice la Nostra poetessa, La velocità del dolore/ è insuperabile.
Sipario-confine, rami intersecati – prigione, in Sipario strappato, poesia in cui un verso recita: Traccia di fertili pensieri cancella. "Cancella": la parola qui diventa superba e mi entusiasma una lettura così ampia nel significato. I pochi versi, non so se per intenzione e ragionamento profondo, o per vivida ispirazione e trascendentale respiro, riescono, dopo un claustrofobico andamento, a volgere verso un climax gioioso trovando un cammeo di salvezza. Accompagna la lirica, un’opera materica di Massimo Patroni Griffi che la accende nella giusta prospettiva.
Un turbinare di pensieri fa vibrare le corde poetiche di Daniela Cecchini e quanto somigliano al vento! Nel loro avvicendarsi emulano il suo gioco tra i capelli. Vento e pensieri: forze spesso ingovernabili per natura. Il pensiero emozionale sfugge alla ratio, come il vento cresce e decresce, si fa brezza, palpabile carezza o schiaffo. La poesia della Nostra è asciutta, priva di fronzoli e retorica, ferma eppure pronta a mirabili voli. La ricerca sembra sempre la stessa: uscire dalla palude, dalla prigione che l'anima incatena così come gerbera regala/all'aria i suoi petali. (Come un fiore). La propulsione al viaggio da compiere sorge da dentro poiché è dallo scrigno in cui tutto di noi è racchiuso, soprattutto il dolore, che viene la libertà. Eppure, non ci resta che indossare una maschera a coprire quel dolore, una tragica grottesca maschera che dissimuli il pianto in riso mentre Traccia indelebile dimora nell'anima (La maschera) poiché Quel che resta è prezioso. 




Quel che resta

Il tempo scorre impietoso,
Fra nostalgie e rimpianti
di ciò che non è stato.
Attimi, respiri
per riscattare, recuperare
briciole d'amore,
ora che ogni riserva è stata sciolta.
Tra le dimensioni temporali:
passato da evitare
presente, da vivere
futuro, per sperare di gioire.
Quel che resta è prezioso.



E' prezioso il sogno, lasciarsi trasportare da esso, da una musica d'amore perfino idealizzato, possibile fonte di illusione. In Ti respiro, la melodia si fa lieve nell'implosione di pensieri che si rende ancora necessaria in Non c'è via di fuga poiché sembra essere l'unica via per sperare nella luce.  In una luce d'alba si eterna la meraviglia di una Venezia che si risveglia dal carnevale della vita: Finito il carnevale, / tornano i volti nudi/ a mostrare le loro verità, / Venezia, lirica e surreale, / sia l'eterna meraviglia. Il giorno delle ceneri svela i volti, duri, insieme ai ricordi, portati dall'orologio della memoria.  Eterna meraviglia- a mia madre) . " Non uscire da te stesso, rientra in te: nell'intimo dell'uomo risiede la verità."
Il monito di S. Agostino, che apre la seconda parte del libro, unisce filosofia e spiritualità nella conoscenza di sé. Attraverso tale conoscenza "
amerai il tuo prossimo come te stesso " (mi sovviene il levitico 19,18) e la silloge si fa di più ampio respiro. Il pensiero va ancora alla figura della madre: Nulla più della tua tenerezza/ guida rassicura e conforta (Madre) dedicata ai bambini ingiustamente trascurati; alle spose bambine il cui destino è segnato da sentimenti soffocati e alle bambine soldato Invisibili al mondo... come le stesse guerre; alle bambine vittime di infibulazione, cruenta mutilazione degli organi sessuali ancora in uso in molti paesi arabi. E' di questi giorni la notizia di Zanabou e Oumoh, rispettivamente madre e figlia che, dopo quattro mesi, si sono ritrovate in Sicilia. Zanabou era fuggita con la bambina, dalla Costa d'Avorio, per evitarle il macabro rito e ce l'ha fatta, rischiando la vita. Bambini, Vestiti da grandi, ci dice la poetessa, ma gli occhi non possono mentire, il loro sguardo è ingenuo. Quello di Daniela è uno sguardo ampiamente umanitario ma anche giornalistico. I fatti, ci dice, mostrano bambini giocare tra le macerie, tra i liquami di una società corrotta: L'aria, pervasa di orrore, / sembra non sfiorarli. / Così sembra. Già, sembra, poiché l'innocenza brama la vita. Dirompente è la lirica che ci parla della speranza di un migrante, per il sogno di una vita migliore legata al costo di un salvagente: cento dollari in più. Troppi per poter vivere. Crimini contro l'umanità trovano la dura voce della Nostra in "La memoria": Idioti, definisce coloro che non vogliono rievocare il dolore dei tanti esodi e delle uccisioni di milioni di esseri umani. Scomoda la memoria/per gli idioti/ convinti della loro vana immunità. A Malala Yousafzai dedica una poesia densa di afflato e dignità. Malala ha combattuto e combatte per il diritto all'istruzione delle donne e questo lo fa dall'età di undici anni, in Pakistan. Ha subito un attentato alla quale è sopravvissuta e ha ricevuto nel 2014 a soli sedici anni, il Nobel per la pace: Non oso concepire/ un universo espropriato/ dell'armonia del conoscere: linfa vitale per l'intelletto. Diritto negato) 
Amo chiudere la mia lettura di "Sinestesie dell'io", un bel volumetto arricchito dalle opere artistiche di: A. Ciarallo, A. Cortese, M.Gabbana,M. P. Griffi, A. Zulla e M. Zulla,con questi versi incisivi di Daniela Cecchini ai quali accosto il messaggio di Seneca:  
"Nessuna conoscenza, se pur eccellente e salutare, mi darà gioia se la apprenderò per me solo. Se mi si concedesse la sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me, rinunciando a diffonderla, la rifiuterei."  

                                          Patrizia Stefanelli




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