giovedì 14 settembre 2017

N. PARDINI LEGGE "INEDITI" DI MARGHERITA CELESTINO

Poesia morbida, gentile, fluente, in versi di lapidaria fattura, segmentati in un percorso apodittico e vòlto alla concretizzazione di un’anima disposta a confessare i suoi frammenti emotivi. Se la poesia deve essere semplice, spontanea, e diretta effusione di un cuore; se la poesia deve essere tatuaggio di un sentire cotto a puntino; se deve essere verbo concretizzante slanci verso cime di difficile ancoraggio; se deve essere complessità di ricami interiori che dettano inquietudini; se deve essere tutto questo, le composizioni della Celestino sono poesia. Naturalmente la semplicità ne è un presupposto valido, ma ne è anche un valido supporto la parola pensata, inventata, rielaborata, riposata, e disponibile per iuncturae di metaforici allunghi. Qui tutto scaturisce da un sentire fresco e impulsivo dove non ha avuto spazio una meditazione lessicale più ampia e spaziosa. Ma il cuore c’è con tutto il suo calore: il canto, le primavere, le piene d’amore, carezze sbiadite, voglie d’immenso… tutti palpiti affidati ad un linguismo di ispirazione immediata. Ad un senso di libertà che si diluisce in armonie endecasillabe coinvolgenti e arrivanti:

Libertà è una guerra giusta e dura
che ti coinvolge come primo attore.
libertà non è che    un pasto caldo
da condividere con chi  ha solo il cuore.

In lontananze dove sovrano echeggia il muto canto di Morfeo come in un deserto

Il mio giardino,
 ormai  si addobba
solo per la festa,
ivi il muto canto di Morfeo
sovrano echeggia,
come in un deserto.

O in memorie dove è bello riposarsi; dove è bello ritrovare sprazzi di vita  che ci videro ridere e gioire; dove il tempo non aveva  mostrato ancora il volto del suo autunno.  Crearsi un’alcova, dove quelle risate fanno sentire il loro clangore, è umanamente umano; è un’aspirazione generosa e sensibile; un  ambire a volare alto, in un cielo da cui si può ammirare un’umanità rinnovata, più vicina, come afferma la Poetessa: Il fatto è che in una società, come la nostra, che non ci permette più di dialogare, di socializzare, di condividere in sincerità, che ci travolge e ci offende con l’indifferenza e con la violenza sia  fisica che morale, la scrittura, pian piano,  è diventata per me cibo per l’anima di cui non posso più fare a meno. Scrivere mi emoziona, mi mette in contatto con me stessa, mi fa sentire viva ed io scrivo perché voglio  emozionarmi, voglio sentirmi viva. Io non so se si tratti di poesia, so, però che è più importante sentirsi vivi che essere chiamati poeti…”   

Ricordo ancor la terra generosa
di rozze  liquirizie    e     mirto  nero,     
ricordo le risate, i   trilli e i giochi belli.

Una poetessa che, oltre ad affidarsi ad una liricità di estetica intrusione, a sinfonie di memoria wagneriana, vive anche l’illusione di cambiare il mondo con l’influenza etico-sociale dei suoi versi, è sicuramente carica di un humus  che la rende apprezzabile

I versi miei più nobili
ancora non li ho scritti.
Sono una che sogna di sognare,
un non poeta
che spera ancora
di aggiustare il mondo.

Nazario Pardini 


LE MIE PRIMAVERE

Voglio contare,
tra i  fili d’argento
le mie primavere,
ritrovare tra  i sassi del letto
le piene  d’amore.
Voglio cercare,
tra i graffi,
carezze  sbiadite,
tra le ferite
le perle del cuore,
tra  le  pieghe  ingiallite  di un foglio
 sorrisi e profumo di fiori,
vagiti, e  voglia d’immenso,
e poi… sognare
la Vita.



LIBERTA’

Stanno fuggendo da un inferno immane
volti anneriti dalla triste sorte
con dignità mi porgono la mano,
essi m’invitano, ma    non so volare.
Ho consumato tanto inchiostro invano,
questa non è una storia a lieto fine
 è troppo tardi per  tacere ancora.
Racconto il mondo  con il pianto in gola
perché mi annovero tra i viventi ingiusti.
Ho visto cose da non raccontare,
altre ho sentite da strappare il cuore.
Se questo è amore, voglio solo odiare. 
Per queste vie,   
ognuno è   preso solo   dal suo tempo,
ciarla di libertà, qua e là vagando
senza riflettere sulla vera essenza.
Siamo  poeti per cambiare il mondo.
Siamo pionieri liberi d’amare.
Non ama chi si lava   con il sangue
né chi compone con l’indifferenza.
Libertà è sorella di uguaglianza,
essa non è una scelta di colore,
non è nemmeno un canto di cicala,
libertà è un  urlo a muso duro
che ti permette di non esser vile;
né di sognare di restare a galla
nuotando sopra il corpo dei fratelli.
 Libertà è una guerra giusta e dura
che ti coinvolge come primo attore.
libertà non è che    un pasto caldo
da condividere con chi  ha solo il cuore.


LONTANANZA

Straniere agli occhi
che  all’alba dell’addio
mi  lasciarono fertile,
canne nel vento,
seguono l’alito
di segrete preghiere,
non c’è  più madre
con le sue paure,
non ci son figli
per dare consigli,
e la  carezza…
è  favola sognata,
dolcezza rara
da centellinare
fra  natali caotici
e  pasque smemorate.
La lontananza
scolpisce il cuore
come la gragnola.
Il mio giardino,
 ormai  si addobba
solo per la festa,
ivi il muto canto di Morfeo
sovrano echeggia,
come in un deserto.


  
RADICI

Radici amate più che la mia vita
ove ho lucrato indulgenze d’amore,
ove ogni dì  del sole
sentivo il calore sulla pelle,
e il mare azzurro mi accarezzava il cuore.
Ricordo ancor la terra generosa
di rozze  liquirizie    e     mirto  nero,     
ricordo le risate, i   trilli e i giochi belli.
Ora recise,
raminga senza voi vagando vado
cercando in ogni volto amor di padre,
ma il vecchio se n’è andato
 senza salutare
e la mia terra
ormai ha altri lidi e altri altari.



SONO UN NON POETA

Spero presto mi giunga 
Il tempo del  poetare.
I versi miei più nobili
ancora non li ho scritti.
Sono una che sogna di sognare,
un non poeta
 che spera ancora
 di aggiustare il mondo.
Di notte la parola
In testa  si arrovella,
rimbalza,
si contorce,
poi s’incastona
come sacra icona.
Di giorno,
la Musa  mi tradisce,
se scrivo,
scrivo versi di mestizia:
guerre  malserve
di turbato amore,
egemonia dell’io
che spicca il volo
senza gli strumenti,
intolleranza,
invidie e gelosie.
Come potrei di giorno
esprimere poesia?





2 commenti:

  1. Oltremodo felice e grata al Prof. Pardini per aver dedicato il suo tempo prezioso alla lettura dei miei versi cogliendone l'essenza. Ciò che maggiormente mi gratifica è l'essere riuscita, con le mie poesie, a toccare le corde del cuore di un poeta generoso e sensibile.

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  2. Sono felice di ritrovare sull'isola una carissima amica, una splendida persona. Sono felice di ritrovare sull'isola un poeta, non mi piace il termine poetessa, e nonostante la poesia sia donna, così ho sempre creduto. Il poeta è asessuato, ha la gentilezza di una donna, la forza di un uomo, il coraggio di entrambi, quando, come sostiene superbamente il prof. Pardini nella sua recensione, ha il coraggio di regalare se stesso nella semplice eleganza delle parole, nella musicalità della spontaneità dei suoi versi. Complimenti Margherita Celestino per regalare la possibilità, a me e a chiunque ti legga, di ritrovare nelle tue poesie, la umiltà e la sensibilità d'animo che contraddistinguono la tua persona. Emanuele Aloisi

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