sabato 9 settembre 2017

PREMIO "MIMESIS" " 2017. ENZO BOCCA 1° CLASSIFICATO INEDITO

POESIE INEDITE

Primo classificato  Enzo Bacca                         

Umido un fremito, dita chiuse a pigna, il brusio delle madri, veli scuri, vetri appannati d’alito, occhi senza speranza, il collo ligneo di Bianka, il sigillo viola della sconfitta, il prete, le tenebre, l’ultima prece di pietà: tanti sigilli che nella loro continuità ora aggressiva, ora morbida, ora terminale, ora vicissitudinale, si fanno corpo e anima di una storia umanamente disumana. Il verbo, con la sua intensità epigrammatica, fuoriesce da un contenitore di convulsioni meditativo-esplorative di grande intensità visiva. Non pochi i riferimenti oggettivi a dare valenza rappresentativa; a farsi contorni oggettivanti di un percorso dai risvolti tenebrosi ma anche naturali secondo le aspettative della vita. L’Autore, con forza ontologica, spinto da un fatto di reale consistenza, lascia ben poco all’immaginazione. Tutto scorre verso un finale da redde rationem, da ultimazione vitale. E sono le levate iperboliche, le violenze sintattiche, le iuncturae creative a dare energia e risonanza poetica ad un insieme che scorre su una equivalenza fra significato e significante; fra allusioni, e fattive intrusioni emotive. Il finale con la sua metaforicità, colla sua potenza simbolica, lascia alle figure di panica consistenza il compito di confessare solitudini, visionari abbandoni; presenze evocatrici di memoriali inquietanti; di stagioni che ancora non vedono il candore della neve:

Anche l’allodola, domani
lascerà la grondaia.
Fuori, ancora non fiocca.

Nazario Pardini 


Il velo di Bianka

Scorre umido un fremito
nel telefono senza fili
delle sedie allineate,
dita chiuse a pigna
arrossano composte ginocchia.
Il brusio delle madri: mantra lamentoso.
Veli scuri nascondono ciocche
vetri appannati d’alito,
occhi senza speranza.
L’organza chiara sulle membra ferme
trapunta il soffitto disegnato dall’ombra,
il tulle di sposa illumina la bicocca.
Sul collo ligneo di Bianka, (tra le anche)
il sigillo viola della sconfitta.
Quanti grani di rosario
all’alba della nuova pazienza
sfileranno il laccio
danzando sull’ardesia?
(Il silenzio pullula di maschere).
Né il liquore d’albicocca
delizierà il palato
allo scoccare dell’ultima ora.
Il profumo di lacca ristagnata
copre l’essenza di lavanda
i grani bruciati d’incenso,
le bocche cucite come cerniera.
Il prete, nella piatta della stanza
officerà le tenebre alla controra
nell’ultima prece di pietà.
Anche l’allodola, domani
lascerà la grondaia.
Fuori, ancora non fiocca.


1 commento:

  1. Che dire! Poesia suggestiva, intensa, ritmicamente perfetta e capace di colorare la tela dell'immaginario con colori definiti, pieni di melanconica tristezza. La struttura di questa lirica è armoniosa, capace di regalare suggestioni uniche e strettamente connesse, "isotopica". La giusta poesia per primeggiare nell'ambito di un Premio Letterario di grande prestigio. Complimenti Enzo Bacca

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