sabato 20 gennaio 2018

AURORA DE LUCA LEGGE: "OTTO SAGGI BREVI" DI MARINA CARACCIOLO




Marina CARACCIOLO, Otto saggi brevi, Genesi Editrice, Torino, Luglio 2017.
Premio I Murazzi per l’inedito 2016 (Dignità di stampa)


Nota di Aurora De Luca


Aurora De Luca,
collaboratrice di Lèucade

Interessanti gli Otto saggi brevi di Martina Caracciolo, e pieni di spunti. Piccole iniezioni di sapere su argomenti largamente conosciuti e puntualmente non approfonditi.
Eppure, alcune dinamiche qui indagate meritano d’essere portate avanti poiché, come sempre avviene in letteratura, rivelano molto più, quasi un modo d’essere, un modo di pensare e di vedere socioculturale. Non a caso gli otto saggi hanno come protagoniste donne, sia sotto forma di personaggi di fiabe che come autrici e/o teste pensanti.
Del femminile non si può smettere mai d’indagare, ciò che è stato, come è, come sarà: è una forma in evoluzione, costretta, suo malgrado, entro argini che la deviano.
Il primo breve saggio s’apre nelle stanze del famigerato Barbablù.
Fiaba o realtà? Entrambe.
Narrazione che oggi può leggersi attraverso vari piani interpretativi: il rapporto uomo donna, la sottomissione, la gabbia, il rapporto con la libertà e ancora e ancora. Narrazione che nel tempo si capovolge, e chi era creduto carnefice diviene vittima.
Dunque, una forma in evoluzione.
«Non vedo le cose con gli occhi esteriori, né le ascolto con le orecchie esteriori, non le percepisco attraverso le vie segrete del mio cuore, né con l’ausilio dei miei cinque sensi; le vedo soltanto con il mio spirito[...]» scrive la mistica badessa Hildegard von Bingen, “la più grande testa femminile del XII” secondo la poetessa e saggista Armanda Guiducci.  
Seguono altre teste femminili sublimi e laboriose: la poetessa Isabella di Morra pre-leopardiana; la poetessa messicana Juana Inés de la Cruz; la giovane geniale Irèn Némirovsky; la poetessa Anna Ventura; la scrittrice ‘magica’ Natalie Babbit; e infine il breve saggio su Sciascia “La scomparsa di Majorana”.
Marina Caracciolo ha delineato in breve profili di donne sconosciute ai più, ma grandi e capaci. I loro nomi provengono da epoche lontane e da epoche vicine: sono accomunate tutte da un forte sentire, da un indomito volere, che ha impedito loro l’annullamento totale che, se non la società stessa, avrebbe operato il tempo.
La Caracciolo concorre a mantenere sveglia la loro memoria attraverso otto saggi ben scritti, accurati, ben dosati. Ne esco più ricca, più curiosa e più orgogliosa.

Aurora De Luca


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